L’obiettivo di una terapia su misura per il paziente, le nuove opportunità offerte dalla farmacocinetica e la necessità di un’aderenza ottimale: sono questi i tre punti che costruiranno un futuro sempre migliore per le persone affette da emofilia. Tre concetti emersi con forza nel corso dell’evento “PROGress in emofilia: quando l’innovazione è anche sostenibile – L’esperienza della PROtezione e del proGresso a confronto”, organizzato dall’azienda farmaceutica svedese SOBI in contemporanea a Napoli e a Bologna.
“L’aderenza alla terapia è un aspetto molto importante, e decisamente meno gravoso da quando sono diventati disponibili i farmaci a emivita prolungata. Con questi prodotti i pazienti con emofilia A grave possono passare da tre a due infusioni settimanali di fattore VIII: se ci si pensa, sono 52 in meno ogni anno”, ha sottolineato la dottoressa Maria Messina, del Centro di Riferimento Regionale per le Malattie Emorragiche e Trombotiche Ereditarie in Età Pediatrica, S.S.D. Medicina Trasfusionale Materno-Infantile e Traumatologica dell’A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino.
“Oggi i nuovi prodotti suggeriscono l’importanza della farmacocinetica, ma questa non sostituisce la clinica”, ha spiegato il prof. Giovanni Di Minno, presidente dell’Associazione Italiana Centri Emofilia (AICE). “Noi dobbiamo utilizzare questa informazione in più per creare una terapia su misura per il singolo paziente, tenendo conto delle sue attitudini, della sua qualità di vita e anche del modo in cui consuma il farmaco”.
L’intervista alla Dr.ssa Messina e l’intervento integrale del Prof. Di Minno all’evento “PROGress in emofilia: quando l’innovazione è anche sostenibile – L’esperienza della PROtezione e del proGresso a confronto” sono disponibili cliccando su questo link!
Per un futuro sempre più #limitizero!